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La calamiTTa portablocchi [+ vincitrice giveaway]

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Sì sì proprio calamiTTa, uno dei miei piccoli amici in feltro, con una novità: all'interno ho messo delle calamite, così si può attaccare al frigorifero per fissare la lista della spesa.
Ma questo l'ho preparato per la vincitrice del giveaway di settembre. Devo dire che sono contentissima della grande partecipazione al Linky Party a tema Back to School: ho visto delle bellissime creazioni, tutte rigorosamente handmade e confezionate con amore.


 Il kit essenziale che avevo messo in palio comprende:

- 12 pennarelli lavabili,
- 12 matite colorate,
- 12 pastelli,
- 2 evidenziatori,
- 1 mollettone,
- 1 scotch dispenser,
- 45 graffette colorate,
- 2 segnapunti a nuvola lavagna,
- fogli separatori colorati,
- 1 forbice a punta tonda,
- 1 temperino Peppa Pig,
- 1 astuccio a gufetti,
- 2 bustine con scomparto,

+ il softie realizzato da me a forma di ippopotamo


e la calamiTTa


Quindi la vincitrice è Anna Maria del blog I Piccoli Frutti così come si vede dalla grafica [ricordo che questi sono i click dal post, le visite dalla pagina Facebook non sono conteggiate]


Intanto voglio anche dirvi che stanno nascendo nuove collaborazioni con alcuni team di creative, per iniziare il 27 ottobre sarò al Torino craft Collective #4 di cui vi aggiornerò con foto, programma, idee nate e futuri sviluppi.

Per non parlare delle mie mitiche colleghe di The Creative Factory e potete seguirci sulla pagina FB.

Il 28 novembre sarò invece a Milano al Mammacheblog Creativo 2015. Ma questo è un altro post...




Come fare un pom pom usando i cerchi

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A chi non piacciono i pom pom? Io li adoro soprattutto ora che sta arrivando la stagione fredda, ma c'è chi li usa in ogni stagione per decorare delle feste creando ghirlande e addirittura tappetini. Il mio modo di fare i pom pom è un po' diverso, procuratevi della lana e dei cerchi, come un telaio da ricamo.


La prima cosa da fare è avvolgere la lana intorno al tealio in un solo punto più volte tenendo fermo con un dito dell'altra mano.


Poi bisogna fermare il centro con un nodo ben stretto, se vogliamo appendere il pom pom lasciamo un'estremità più lunga.


Tagliamo i bordi con una forbice molto affilata senza far scivolare la parte sottostante. Cerchiamo di tagliare molto dritto.


La metà del pom pom è pronta, ora procediamo con l'altra metà. Qui ho usato della lana molto sottile e un telaio molto grande perchè mi servive l'effetto morbidoso e sbarazzino per una mantella.


Questo è il risultato con un telaio da ricamo da 9 centimetri di diametro.


Ma usando un cerchio più piccolo si può avvere un pom pom più piccolo. Questo usato qui è un anello da tenda.




Questo metodo consente di fare un pom pom perfettamente tondo senza smussare le parti in più con le forbici come si fa di solito adoperando il cartoncino o la forchetta.


Inoltre ho provato anche con dei cerchi ricavati da coperchi di plastica ritagliati all'interno e con un cartoncino ondulato a doppoio strato (quello degli scatoloni per intenderci) e i pom pom vengono tondi tondi. Provate perchè un vero spasso!

Qui ho trovato qualche idea facile e bella da copiare.


1 - 2 - 3

Come fare i bottoni con la colla a caldo

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Finora ho realizzato varie creazioni con diversi materiali, lo spago, il feltro, la lana, sto imparando a cucire a macchina (altri tutorial sono in arrivo) ma la mia preferita è la colla a caldo. Duttile e facile da usare, si presta a creare piccoli oggetti, come questi bottoni che ho realizzato per un vestitino della mia bimba. Il tutorial che segue vi fa vedere quanto è semplice usando gli stampi dei cioccolatini a forma di bottoni.


Cosa serve per fare i bottoni:

stampi per cioccolatini a forma di bottoni (per intenderci, con due o quattro fori in ogni forma)

pistola della colla a caldo

stick di colla bianca o glitterata





ATTENZIONE. LA PISTOLA A CALDO VA USATA SOLO DAGLI ADULTI E CON CAUTELA

Come fare i bottoni:

prima di tutto porto la pistola a temperatura, la mia ha la variante di 60 gradi e 100 gradi, per questo lavoro  posizionarla a 100°


inserisco una quantità di colla tale da riempire prima i bordi molto bene, poi sbatto lo stampo sul tavolo con le mani per far andare la colla intorno ai fori del bottone


lascio raffreddare per 5-6 minuti


estraggo i bottoni dallo stampo



Come usare i bottoni di colla a caldo:

posso usarli nello scrapbooking, come decorazione di oggetti vari

ma soprattutto posso usarli come VERI BOTTONI

sono resistenti all’uso ed anche al lavaggio a freddo fino a 30°, A MANO E IN LAVATRICE

si cuciono molto facilmente e non si rompono alla pressione delle dita

qui li ho cuciti sul vestitino della mia bimba


Accorgimenti:

- la pistola deve essere portata alla temperatura giusta prima di usarla

- è importante mettere la colla prima nei bordi altrimenti si coprono i fori

- la colla glitterata è più densa e quindi è meglio usarla per i bottoni a contorno liscio (quelli solo quadrati o tondi, per intenderci)

- la colla bianca è più fluida quindi è meglio usarla per bottoni con molte curve e scanalature (vedi i fiori, i rilievi, ecc.)

- se non avete molta manualità potete usare uno stuzzicadenti per spingere la colla vicino ai fori, ma non andate in profondità altrimenti dal dritto si vedranno le striature

- si possono aggiungere piccoli glitter prima di riempire

Cosa ne pensate? Vi piace l’idea? Ditemi se avete altre idee su come impiegare i bottoni, ora vado a cucire.

Non ho più niente da dire

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La sensazione di non avere più niente da dire si trasforma nel 'non creare'. Le giornate diventano lunghe, la craft room sempre più fredda e squallida, con gli attrezzi ricoperti di polvere, e quel nodo allo stomaco pesante come un masso.

Speravo davvero di non dover mai scrivere un post come questo. Il blocco creativo è arrivato, ha bussato alla mia porta e io l'ho lasciato entrare. Ormai sono due settimane e non mi molla più. Avevo tanti progetti in testa e nel cuore. Ma ormai sono relegati in un cassetto, chiuso a chiave.

Il blog è fermo, se volete seguirmi sui social fate pure, nessun obbligo.

Carmen


MammaCheBlog Creativo 2015: era meglio una gita al mare

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Forse il peggiore evento a cui abbia partecipato quest’anno. Il team è sempre molto efficiente, le ragazze sono simpatiche, le blogger creative fanno del loro meglio per scambiare due parole con tutte le altre ma…aleggia sulla sala un’atmosfera macabro-deprimente.

Mi fiondo sul caffè e ne ingoio un litro o forse più. Il sorriso di Barbara Damianoe il suo abbraccio spontaneo mi rinvigoriscono, penso che forse ho fatto bene a spararmi tre ore di viaggio per Milano (eh sì, io abito fuori Torino e i collegamenti di sabato fanno pietà, dura meno un pellegrinaggio a vattelapesca).

Ma dura poco perchè seguo il corso di Fotografia: i ragazzi dello studio sono simpatici, fanno del loro meglio per essere professionali, le nozioni ci sono, ma proprio basic che più basic non si può (a proposito: il tubo delle pringles si può trasformare in uno spot per illuminare, si apre e si riempie di cannucce, poi lo si mette vicino ad una lampada e aiuta a puntare la luce in una direzione fissa, ci proviamo?).

Però ho trovato interessante il suggerimento sulle parole chiave da guglare per avere idee per i propri scatti: ‘still life’ e ‘lifestyle photography’. Un po’ poco in un’ora. Nulla in confronto a GianPiero Riva dello scorso novembre.



Cambio sala.

Inizio il corso di Visual Food e dopo un’ora e mezza vorrei solo tracannarmi una birra grande e tedesca per dimenticare. Anche se mio marito è chef, anche se ha una grande esperienza in fruit carving, catering, allestimenti di buffet, sono entrata nella saletta per imparare qualcosa di nuovo e di cui sentivo tanto parlare.

Ma che delusione, non c’è nessuna tecnica di base (si chiamerà Visual per questo?), la frutta cola sull’insalata e il centrotavola vegano diventa informe (p.s. per amor di cronaca: se infilzo delle fette di melone maturo in un ceppo di insalata con le foglie verso l’alto, quest’ultima, essendo senza fusto rigido, non reggerà il peso della frutta), ma soprattutto non ne capisco lo sbocco professionale.


Cambio sala.

Finalmente arriva la pausa pranzo e il tramezzino lo trovo buono, sul serio, non è per indorare la pillola. Nel frattempo sbircio il tavolo delle creazioni per il Premio Creatività e trovo che è davvero misero rispetto all’anno scorso, forse un po’ di stanchezza generale c’è. Poi passo nella sala del talk.

Io che speravo in una botta di vita e creatività ad oltranza, mi ritrovo accovacciata sulla sedia ad osservare la location (è ora di cambiarla) e le creative-manager-speakers sul podio.



Dopo quattro minuti uno sbadiglio mi sale su e non riesco a fermarlo. Niente di tutto ciò che dicono mi aiuta nel mio percorso, e quando iniziano ad elogiarsi a vicenda mi alzo e vado via con la mia amica Lisa (quella di MumCakeFrelis, yeahhhh).

Finalmente fuori!

Io e Lisa respiriamo Milano a pieni polmoni ( e già questo la dice lunga) e corriamo verso la metro per raggiungere la stazione centrale, non per prendere il treno…ma per farci un bellissimo giro nell’outlet di Desigual, entriamo anche alla Feltrinelli per comprare due pensieri ai nostri bimbi e poi un buon cappuccino al bar fatto con una vera caffettiera!


Ritorno a casa, nel mio paesino appena fuori Torino, riabbraccio i miei tre figli, ci sediamo a tavola intorno ad una pizza gigante, e penso che forse la mia delusione è solo verso me stessa, perché non riesco ad uscire da questa situazione di depressione creativa in cui mi ritrovo da più di un mese. Forse era meglio una gita al mare. Forse.

Ma chissà che il prossimo mammacheblog non sarà testimone della mia rinascita?


Nuove ispirazioni, nuovi desideri

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Due mesi. Sessanta giorni. 1440 ore. Questo è durato il mio blocco. Uno di quei periodi che non pensi possano capitare a te. Invece può succedere a chiunque. Sapete cosa mi ha fatto uscire da quello stato? Il vostro appoggio, i vostri commenti qui sul blog e i messaggi di affetto sui social.



Perché l’ispirazione poi arriva, e può farlo da qualsiasi parte. Per esempio, per creare queste mie bamboline in stile un po’ folk, con le facce strane e gli occhi grandi grandi, ho ascoltato la mia bimba che voleva fare un regalo alla sua amichetta.


Voleva regalarle una bambola fatta da me, ma che somigliasse alla sua amica. Questo è il risultato, molto alla buona, ma con i codini pel di carota e il vestitino a quadri che tanto adora.


Mi è piaciuto così tanto darle vita che ho riprovato con un’altra sua amica: è nata così la bambolina coi capelli viola(colore preferito della compagna di Giorgia) e i fiocchi da staccare e usare davvero. Non è venuta benissimo, ma mi sono ripromessa di migliorare.



Ecco quindi l’ultima arrivata, uguale alla sua amica Sally, bionda e gli occhietti azzurri dipinti a mano e non più cuciti, col vestitino rosso e stelle di legno laccato per riunire i capelli.



Sono contenta che ora quello che faccio porti un po’ di gioia a qualcuno, forse era questo quello che cercavo. Quello di cui avevo bisogno. Ritornando ai vostri commenti, mi avete detto che non bisogna cercare sempre qualcosa di nuovo ma ‘chi nasce creativo muore creativo’ (grazie Squitty), o sentirmi dire da Valeria che io ho il tocco gioioso e rendo tutto più semplice.

Ancora la cara Emily che mi ha detto che ero entrata in una ‘gestazione creativa’, o Maria che si è ispirata ai miei bottoni di colla per creare degli orecchini, o Giovanna che mi sostiene sempre su FB. Ma anche tutte tutte le altre che non cito.



Ci saranno altre novità, ma di una cosa sono certa: non abbandonerò più il mio blog, e lo stesso invito lo faccio a voi, qualsiasi cosa succeda non lasciatelo, è parte di voi, della vostra personalità, della vostra vita.



Noi siamo come un diamante, e i blog sono una delle facce che aiutano a farlo risplendere.

Carmen




Piccole bambole crescono e buoni propositi 2016

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Un’altra piccola bambola di casa dedicata ad una bambina di sette anni, ricreata in modo che le somigli: capelli neri lunghi e lisci e occhi azzurri. Alta 12 centimetri, è comoda per essere messa nello zaino di scuola o in borsetta.

Il gufetto di legnoè un particolare tocco originale perché so che alla bimba piacciono tanto, è un bottone di legno dai colori brillanti anche se pastello.


Gli occhi sono dipinti a mano, presto però userò la stoffa Tilda per il viso perché è più facile fare le rifiniture col pennellino.


Bene, probabilmente questo è l’ultimo post del 2015. Presto arriveranno altre creazioni sempre di questo genere, che è molto diverso da quello che vi ho fatto vedere finora, spero infatti di non mandarvi in confusione. E ora?

Facciamo la lista dei buoni propositi per il 2016? Inizio io:

1– fare il corso di Colibrì Academy on line

2– fare il corso di Gioia Gottini ‘Tutto fa branding’

[sono simili ma da personalità diverse, sarà interessante vederne l’esito]

3– fare un corso di fotografia base ma intensivo

4– migliorare nella tecnica del cucito a macchina e a mano

5– partecipare ad almeno una fiera creativa

6 vendere le mie creazioni

7 – dispensare gioia a chi mi sta intorno

Ora che l’ho messo nero su bianco non posso rimandare, sono pochi obiettivi ma essenziali per andare poi avanti perché le mete devono essere sempre raggiungibili in un lasso di tempo ragionevole.

Tutto questo perché sto vedendo crescere il mio blog tramite commenti, messaggi sui social, interazioni con dei gruppi come The creative factory, Top blogger kreattive , Rete al femminile e Craft collective Torino. Quindi vorrei ora dargli un’impronta anche professionale.

Prometto solennemente che tra 1 anno esatto sarò qui a render conto dei miei obiettivi. Ora tocca a voi.


Dimmelo nei commenti.



Etichette da stampare, solo per voi

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Voglio regalarvi qualcosa.

Per il grande sostegno che mi avete dato durante il mio blocco creativo.

Per questo nuovo anno appena iniziato e sicuramente straaaaaaapieno di ammmmmmore e felicità.

Queste etichette sono state pensate per voi, potete liberamente scaricarle sul computer o stamparle direttamente dall'homepage tutte le volte che lo desiderate.

Potete riprodurle su carta oppure su stoffa col vostro nome per gli oggetti che create, perchè fatto a manovuol dire  fatto colcuore.
                                                             
Carmen

Quiet book a casetta, solo per bambine trendy

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Non è un quiet book e neanche una dollhouse: è una richiesta di lunga data finalmente realizzata in questi giorni. Non so nemmeno io come definirla, so solo che risponde alle esigenze di una bambina veramente molto trendy, mia figlia settenne.

Chi ha figlie (femmine) di quest’età sa bene quanto siano esigenti, non si accontentano di ‘qualcosa di personale’ ma di ‘una borsa a forma di casa con bambolina e letto e cucina e bagno e asciugamani e pinzette e collana da portarmi sempre dietro’.


Lei dice. Io faccio.


Questa è la casetta chiusa, con porticina e finestrina, fiorellini in legno e un fiore di feltro……che si trasforma in grande spilla per vestiti o borse.


Panoramica degli interni, voilà.


Particolare del tavolo da pranzo con bottiglia-bicchiere-piatto per colazione e cassetti apribili.


Andiamo in camera dove c’è il lettino per la bambolina folkeggiante, su cui c’è un altro fiore ma imbottito e profumato con campanellino…..


e anche questo diventa una spillaattacca-stacca.


Un salto al lavandino dove due asciugamani piccini sono appesi alle botto-maniglie…


che puoi usare e riappendere.
Ma c’è anche un cuoreripieno di amore per appenderci la collanina.



Infine, l’angolo fashionista: pinzette per i capelli con fiori in sospeso trasparente e bottoncini di legno, ‘per essere sempre in ordine’ (a sentirla parlare….).


Ed ecco la piccola che subirà le torture di mia figlia, sbarazzina e ignara di cosa l’aspetta.


Il viso e le stelline sul vestito le ho dipinte io.


Chissà se piace anche voi questo questo lavoro un po’ quiet book e un po’ dollhouse. Io so solo che una figlia così ordinata e organizzata non so proprio da chi ha preso.




E facciamo lo slime senza borace [schifosetto]

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Lo detesto. Sì, esso, lui, loslime. Ora che l’ho detto mi sento meglio e libera di ascoltare tutti i vostri commenti in merito. Ma non vuoi tener contento il figlio maschio? Vuoi mica che cresca con sensi di inferiorità perché alle sorelle fai i ciondoli di colla e la casetta con la bambola, e lui niente?!
Allora, siccome il borace fa malissimoooo e io c’ho una paura folle, mi sono buttata sulla colla [che novità]. Diciamo che comunque NON bisogna lasciare i bambini piccoli a fare questa cosa, soprattutto quelli nella fase -aspe’ che me lo mangio così vedo com’è-. E anche nella manipolazione c’è bisogno della visione di qualche adulto, possibilmente che sia meno bambino del bambino stesso.

L’alternativa quindi è usare:


- colla trasparente [non va bene la vinavil, non va bene il silicone, solo quella col beccuccio con la scritta acetivinilica]

- appretto per stiro

Non ci credete? Facciamolo insieme. Procuratevi un cucchiaio di plastica, una vaschetta di plastica e una ciotola di ceramica.


Spruzzate l’appretto in una ciotola di plastica e aspettate che la schiuma sparisca, diventa così un normale liquido.



Poi prendete il cucchiaio di plastica e mettete la colla, versatela nella ciotola di ceramica. [*]


Mettete l’appretto nel cucchiaio e versatelo nella ciotola.


Mescolate. Praticamente le dosi sono uguali, tanto mettete di colla altrettanto mettete di appretto, okay? Ecco perché bisogna usare il cucchiaio. Diventa molle ma malleabile così.



[*] se volete lo slime colorato, AGGIUNGETE ADESSO IL COLORE [tempera, alimentare, polveri] sempre prima alla colla e mai all’appretto



alloraaaaaaaaaaaa???? vi piace l'idea? con i materiali a portata di mano ci vuole UN MINUTO !!!!

[ehm ehm... dopo aver fatto questo tutorial, la mia mamma mi ha detto che esiste anche l'appretto liquido...........)


COME E QUANTO SI CONSERVA?

per un paio di giorni nella ciotola, se si asciuga potete spruzzare un po' di appretto

CHE ODORE HA ?

ha un buonissimo profumo di pulito, di panni appena stirati

E con questo passo e chiudo.



Casa delle bambole ‘I vestiti’

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Eccomi con un’altracasa delle bambole comoda da portare ovunque si vuole. Questa volta il tema sono i vestiti, creati con feltro e stoffe varie. Hanno l’adesivo che permette di fare un gioco di attacca-staccae poi si rimettono a posto.



La bambolina è una ‘felt paper doll’: in pratica è in feltro, cucita a mano con un piccolo punto festone e imbottita solo il necessario per non farla a tutto tondo, in questo modo è più comoda da tenere all’interno di borse, libri o casette come questa.


C’è il vestitino da cuoca in rosso e bianco.






Il vestito a balze per uscire tutto a pois.
Il vestito a righe, quello a cuore ma anche pantalone e maglietta per essere più trendy.








Infine il mio preferito: il cappottino fucsia con taschino porta-fazzoletto e cappellino da mettere in testa. La sciarpina è creata con piccoli pom pom viola.






I manici sono in lana rosa e magenta creati col tricotin (l’ultima mia passione, un giorno ve ne parlerò seppur molto conosciuto).


manici




Così è la casetta chiusa, con tetto viola e cuoricino appeso.




Spero che vi piaccia, continuate a seguirmi perché presto ci sarà una novità.

Se volete vedere la precedente casetta delle bambole con le stanze andate QUI.


Casa casina casetta 'gli animali' pucciosi [video]

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Casacasinacasetta, piena di animali pucciosi e morbidosi di feltro. Sarà una veterinaria la nuova bambolina, padroncina di casa? Vi presento così il mio nuovo progetto, dopo il grande successo ottenuto sui social con le due precedenti.

La casetta diventa una borsetta, oppure è una borsetta che diventa una casetta, dipende da come la si guarda!

Questi sono i sette amici pelosetti all’interno.
C’è il cane con l’osso, il pulcino, la mucca pezzata, l’elefante azzurro con la proboscide a pois, il topino grigio, la pecorella bianca col ciuffo, il coniglietto con tanto di carota da sgranocchiare.


Li ho disegnati a mano sul feltro e poi ritagliati, cuciti e imbottiti. Alcune parti sono attaccate con la colla. Gli occhietti sono mobili. E diventano marionette.....


La bambolina è una ‘felt paper doll’ in morbido feltro-lana rosa, ha il camice bianco che si attacca-stacca. Le tasche dove sono custoditi gli animaletti sono in plastichina trasparente, e ho scoperto che è molto facile da cucire a macchina, quindi mi sa che si aprono nuovi orizzonti su nuovi materiali.

I manici sono in tricotin di lana fucsia, mia ultima scoperta.

Ma ora vi lascio al video, che da una visione d'insieme.

Per la prossima volta preparate feltro e fagioli, vi faccio un tutorial per una pioggia di cuori.







Storia di un Manga giapponese adottato in tutto il mondo

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Succede che girando nella rete ti imbatti in un nome che ti attira e di cui però non conosci il significato, ma in fondo in fondo sai che hai bisogno di saperlo. Per esempio, dopo aver letto per anni fumetti giapponesi (da ragazzina mi seppellivo sotto montagne di Candy Candy di carta patinata che tengo ancora gelosamente in una valigia in cantina) ho scoperto che non ci sono solo i manga, ma anche le bellissime Shojo.
Infatti per i giapponesi il manga è il fumetto in genere, mentre per tutto il mondo si intende il fumetto in japa style. Tornando a Candy, e più nello specifico, lei è una Shojo, cioè una sorta di manga dedicata esclusivamente ad un pubblico femminile cha va dai dieci ai diciotto anni [diciottoooo?!]. Ricordo il grande successo della prima serie tv e la versione cartacea, dai colori brillanti e la patinatura lucida.


Devo dire però che, quando frequentai il corso di fumetto nel mitico ‘Hiroshima Mon Amour’ di Torino (correva l’anno 1988) questo tipo di personaggio non aveva ancora raggiunto il successo, che invece arrivò nel duemila. Ma per noi amanti del genere, tra gli anni 80 e metà 90 ci fu una profusione di Chibi, Manga e Shojo come prima mai.

Chi non ricorda l’ambigua storia di Georgie la biondina australiana? E come non parlare dei mitici Mila e Shiro? (colpevoli del mio grande amore per la pallavolo). E Sailor Moon…dopo decenni riuscìì a capire grazie a Google che il suo nome era dovuto alla divisa marinaretta che indossava, tipica delle scuole giapponesi.



Infine, ma non per ultima, la bellissima e affascinante Lady Oscar: sì, anche lei è una Shojo, l’avreste mai detto? La prima volta che andò in onda la serie qui da noi era la primavera del 1982 ( lo ricordo come se fosse ieri, era il mio ultimo anno alle scuole medie) con quegli episodi che duravano quasi mezz’ora senza interruzioni e si stava incollati alla tivù in apnea totale. Solo a sentire lo squillo di trombe avete fatto un viaggio nella macchina del tempo di vent’anni, ma se ricordate note diverse allora siete della mia generatione.


L'amore delle shojo mi ha portato a crare negli ultimi tempi queste bamboline di feltro, con grandi occhi e corpo piccino, che in gergo 'manganese' si chiamano CHIBI, ma questa è un'altra storia.

creazione personale


creazione personale

Mega calendario delle fiere creative del 2016

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L’amore per il mondo creativo cresce sempre di più, molti sono gli appassionati di questo settore e io amo tutto ciò che viene pensato e lavorato e creato a mano, ci sono eventi in tutta Italia e si può così scegliere quello più vicino a casa o organizzare un bel week end fuori porta con tappa in fiera. L’aggiornamento verrà fatto man mano che gli organizzatori pubblicheranno le date degli eventi.
'clicca sul nome in neretto per andare al sito ufficiale della fiera'

Febbraio 2016

5 – 7 Montesilvano Palacongressi: Hobby Show
5-7 Busto Arsizio: Passatempi e Passioni
12-14 Bologna: Il mondo Creativo
19-21 Pordenone: Hobby Show
20-21 Trento: Mondo Donna Primavera
25 – 28 Vicenza: Abilmente

Marzo 2016

3-6 Bergamo: Creattiva
11-13 Ferrara: Fantasy and Hobby
11-13 Genova: Fantasy and Hobby
11-13 Milano: Hobby Show
17-20 Roma: Abilmente

Aprile 2016

15-17 Manualmente Torino: Manualmente

Maggio 2016

5-7 Firenze: Florence Creativity

Settembre 2016

16-18 Bolzano: Kreativ
23-25 Mariano Comense: Passione Creativa
Bari (date non ancora pubblicate): Creattiva
Torino (date non ancora pubblicate): Manualmente

Ottobre 2016

6-9 Bergamo: Creattiva
13-16 Vicenza: Abilmente
Milano (date non ancora pubblicate): Hobby Show
Pescara – Montesilvano (date non ancora pubblicate): Hobby Show
Forlì (date non ancora pubblicate): Passatempi e Passioni
Firenze (date non ancora pubblicate): Florence Creativity

Novembre 2016

3-6 Roma: Abilmente
4-6 Genova: Fantasy and Hobby
11-13 Napoli: Creattiva
26-27 Segrate Novegro (Milano): L’Ago Magico
Pordenone (date non ancora pubblicate): Hobby Show
Busto Arsizio (Malpensa fiere) (date non ancora pubblicate): Passatempi e passioni
Trento (date non ancora pubblicate): Mondo Donna
Bologna (date non ancora pubblicate): Il mondo creativo

Dicembre 2016

Modena (date non ancora pubblicate): Curiosa in fiera
Trento (date non ancora pubblicate): Hobby sotto l’albero







La mia bambolina Chibi, 12 centimetri di tenerezza

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Nel mio percorso formativo durante gli anni sono passata dalla scuola di grafica alla scuola di fumetto e viceversa varie volte finchè poi la mia vita non ha preso una strada differente. Da qualche tempo ho trasformato la passione del disegno in bamboline di feltro e lana.



Nel post precedente vi ho raccontato i miei trascorsi nel fumetto facendo riaffiorare la dolce Candy Candy e la bella Lady Oscar, mentre oggi voglio parlarvi delle Chibi[s]. In giapponese si usa per indicare qualcosa di molto piccolo, ma nel disegno sono i personaggi con la testa grande (a cerchio un po’ schiacciata alle mascelle) su un corpo in miniatura, sebbene proporzionato.

Per fare questo tipo di personaggio ci vogliono anni di pazienza, oltre allo studio, costanza per imparare, provare e riprovare, quindi se vi cimentate adesso non scoraggiatevi se gli occhi non vengono granchè bene, o le proporzioni sono sbagliate, continuate ad esercitarvi.


Ma basta parlare di disegno, ora vi presento la piccola Chibi di feltro, con capelli di lana e i piedini a punta. Non ne ho viste fatte così in giro, nemmeno sul web [!], non credo certo che sia un'esclusiva però tutto può essere. Però una particolarità c'è: si può fare su richiesta e personalizzata nei colori degli occhi e dei capelli perchè somigli a chi la vogliamo dedicare. Io spero solo che vi piaccia, presto sarà nello shop (quando lo aprirò).



Intanto sto seguendo i corsi di Colibrì e di Gioia Gottini, di cui vi parlerò da metà marzo in poi, quando saranno terminati, e così inizio a depennare due dei propositi che mi ero fissata quest'anno.
Perchè voi state facendo altrettanto con i vostri vero? Mi raccomando non mollate.

Ma continuate a seguirmi perché ci sarà una grande novità per le amanti delle bambole fatte a mano, prendete carta e penna e cominciate a segnare tutto quello che sapete del settore, ok?

Un grande abbraccio a tutti voi, Carmen.





Il personal look di noi creative, l’avete mai considerato?

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by Anna Turcato


<< Non ci sono seconde occasioni per fare una buona prima impressione. >>

Con questa frase la bravissima consulente d’immagine Anna Turcatoè riuscita a farmi leggere il suo post , fino alla fine. Non solo, ho letto buona parte suo blog in una nottata di insonnia diventata piacevole grazie a lei. In più, mi sono anche iscritta alla sua newletter.

Quando succede tutto questo?
Quando trovi qualcuno che da le risposte alle tue domande, e non è detto che queste domande le conoscessi già prima di imbatterti nelle risposte.

Il brutto anatroccoloche si trasforma in cigno non è una favola, ma una storia che diventa realtà grazie alla consapevolezza di se stessi, dei propri limiti e difetti, e farne diventare il punto di forza della nostra personalità. Non è facile, ci vuole un lavoro introspettivo, lungo, a volte ci si abbatte, a volte si torna a capo.

Il fatto di provarci regge fino ad un certo punto, perché prima o poi bisogna anche riuscirci. In questo può aiutarci lei, la consulente d’immagine.

In un suo post ho trovato un esercizio giocoso molto divertente ma anche utile che ho voluto riproporvi, e nel frattempo chiedetevi se avete mai pensato all’immagine che date di voi attraverso le vostre foto.

1) Entra in un negozio
2) Segna quello che ti piace a prima vista senza pensarci
3) Metti un puntino (virtuale o reale) sui capi che ti attirano e uniscili tra loro
4) Quello è il comune denominatore del tuo stile


Ancora da sistemare e da aggiustare, certo, ma che risponde a quello che sei, e ti fa stare bene.

L’ho fatto subito. Non sono entrata in uno shop on line perché propongono già gli outfit in base a colori e stile, ma ho aperto ‘google immagini’ e digitato un brand che adoro, poi ho unito i capi che mi attiravano di più.

Provate anche voi, seguite attentamente i suoi consigli, fatemi sapere cosa ne pensate. Io ho trovato i suoi post talmente utili da definirli il 'mio piccolo corso tascabile'. Per conoscere meglio Anna Turcato visitate il suo blog, e attenzione....crea dipendenza.


Il club delle Dollmakers, gruppo su Facebook

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Questo gruppo su Facebook nasce come punto d’incontro delle Dollmakers, cioè coloro che creano con le proprie mani bambole di ogni tipologia.


Mission

Creare una community di brainstorming di settore per scambiarci idee, progetti e conoscenze su: fotografia, fornitori, nozioni su shop on line, packaging , materiali, tecniche di lavorazione, consigli su eventi .

Lo scopo

L’intento del Club è di organizzare piccoli eventi in varie locations atti alla vendita e divulgazione delle nostre creazioni, è finito il tempo in cui le bambole handmade sono considerate solo un passatempo

Requisiti per richiedere l’accesso:

1) Sei una creatrice di bambole e non solo un’appassionata
2) Risiedi in Italia
3) Hai l’intenzione di vendere le tue creazioni anche off line
4) Sei pronta a condividere la tua esperienza con le tue colleghe
5) Prendi in considerazione l’eventualità di partecipare ad eventi di settore

Nota bene:

anche se vendi già le tue bambole, non sottovalutare la forza di appartenere ad uno stesso gruppo perchè:

1) puoi migliorare nella fotografia, nel packaging, nella vendita
2) ci saranno ospiti esperte in altri campi inerenti alle vendite, al web design, al branding, e quant’altro i membri chiedono o offrono
3) trovi altre dollmakers della tua città
4) feedback sui fornitori di materiali
5) feedback sulle locations

SE VOLETE ESSERE PARTECIPI venite QUI





Bergamo Creattiva: la nuova Stone Paper per creare

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creazioni dello stand La Stamperia

Prima volta alla fiera Creattiva di Bergamo: sono rimasta affascinata dalla location, dall'aria che si respira, dalla creatività ad ogni passo, dalle tecniche che non conoscevo. Come la Stone Paper. Che già mi è entrata nel cuore.


Si tratta di un materiale ricavato dalla polvere di pietra, è assolutamente eco-friendly, nel processo di lavorazione non ci sono passaggi e rifiuti inquinanti, non vengono distrutti alberi per crearla, ha un riciclo e riuso infinito diversamente dalla carta comune che arriva fino a otto cicli di recupero. La genialità è stata quella di creare dei fogli per uso comune.



L'aspetto affascinante è che ha TUTTE LE PROPRIETA' DELLA STOFFA. Sì, è vero, la sto già testando per essere sicura di quello che scrivo. Ma solo il fatto di trovarla nello stand della Stamperia è sinonimo di garanzia.



1)si può dipingere

il foglio di stone paper si può dipingere con colori acrilici, ecoline, aquacolor, permanent ink, decorare con stencil o tamponcini e decoupage

2)si può cucire

si può ritagliare come la carta, si può cucire a mano e a macchina, sforbiciare per bene, in più non si strappa

3) si può imbottire

dopo aver ritagliato la forma e prima di cucire, si può imbottire l'interno per dare volume alla nostra creazione e arrivare laddove la carta non riesce ma la stoffa sì

4) si può lavare

questo è il valore aggiunto alla comune carta: la stone paper si può lavare a mano e in lavatrice, sebbene io abbia mantenuto il programma di acqua fredda, ma appeno riesco faccio una prova almeno a 50 gradi



Che dire? vogliamo provare ad usarla? Io anche con questo nuovo materiale sto creando le mie bamboline in stile manga, presto su questi schermi solo per voi!



aspettate, non è finita: con questo post partecipo all'iniziativa Ispirazioni in Fiera,



segue il manifesto


con tutti i reportage delle fiere in corso grazie alla collaborazione tra blogger

se invece volete vedere gli appuntamenti creativi del 2016 qui c'è il Calendario Fiere

Vendetta Uncinetta: 5 cose che ho imparato al workshop

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vendetta uncinetta workshop

Gaia Segattini, altrimenti conosciuta come Vendetta Uncinetta, non è stata una sorpresa. Ė davvero come sembra, nessuna delusione, nessun contraccolpo, ma tanta simpatia e solarità. Durante il workshop che ha tenuto qui a Torino non si è nemmeno resa conto di quanto la sua personalità sia coinvolgente.

vendetta uncinetta libro

Alla presentazione del suo libro ‘Il manuale dell’uncinetto’ , dal titolo che non ha nulla di pretenzioso, con estrema umiltà Gaia lascia intendere che la tecnica può essere imparata da chiunque. La bravura è poi altra cosa, si rivela col tempo e la dedizione.

nuvola a uncinetto su pattern gaia segattini

Io, imbranata cronica con l’uncinetto, mi sono sentita parte di quella schiera che vede una catenella e pensa : davvero c’è qualcuno che sa farlo? Allora ho affrontato il workshop con l’istinto combattivo della sopravvivenza.

Ecco cosa si può imparare in un pomeriggio da Vendetta Uncinetta

1)Devi trasmettere qualcosa in più: la tecnica è facile da imparare, dai libri, dai video, dai tutorial in televisione, ma devi far arrivare alle persone qualcosa che va oltre le immagini.

2) Crea manufatti alternativi: la tecnica è sempre uguale fin dai tempi delle nostre nonne e prima ancora, indirizzala però a tipologie di persone che finora non l’avevano considerata oppure crea un uso alternativo.

3) Sii umile nel collaborare con gli altri e dai sempre più di quanto ti chiedono. Se per esempio ti viene richiesta la presentazione dei tuoi lavori, mettici cura e perfezione nel prepararla in modo armonioso, ordinato, come se fosse la tua ultima commissione, anche se non ti è stato chiesto. La tua professionalità sarà evidente da subito.

4) Rimboccati le maniche: le cose non sono facili per nessuno, i nostri nonni hanno fatto la guerra, i nostri genitori hanno vissuto gli anni di piombo, noi ci troviamo in questa situazione e l’unica alternativa è darci da fare.

5)Devi credere in quello che fai: se una casa editrice si prende la briga di investire dei soldi in una collana che parla di una tecnica manuale allora probabilmente le cose stanno cambiando, considerando che ci sono anche delle autoproduzioni nel settore.

nuvola a colazione - pattern gaia segattini

Il workshop si è svolto a Torino presso il bellissimo B&B Portmanteau (se vi capita di passare da queste parti fateci un salto) organizzato da Woolcrossing, ma ho saputo dell'iniziativa grazie al team Torino Craft Collective

Nelle immagini avete visto la mia nuvola a uncinetto su pattern di Gaia Segattini.

"Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso"

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gocce gentili lo dico lo faccio
Oggi nessun tutorial, nessuna fiera, oggi racconto una storia.

In una gelida giornata invernale, una donna scende dalla sua auto e paga il biglietto per il ponte di San Francisco. Quando le sei auto dietro di lei fanno lo stesso, gli viene detto che la donna aveva già pagato per tutti.


Quella donna aveva da poco letto una bellissima frase sul frigorifero di un suo amico che recitava così: "Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso", e pensò che l’avessero cucita su di lei.

La frase cominciò a girare nelle contee, fino in una scuola, dove la figlia di un’insegnante che faceva la giornalista la riportò nel suo quotidiano. Riuscì così a rintracciare l’autrice, Anna Hebert, una signora che sopravvive accudendo le ville di gente facoltosa quando va in vacanza. Aveva scritto quelle parole su un tovagliolo di carta in un locale di Sausalito.

Anna spiegò alla giornalista che le cose stanno così perché ‘la gentilezza genera gentilezza mentre la violenza genera la violenza’. Da quel momento tanti piccoli atti di gentilezza si diffondono nelle città, nei paesi, nelle campagne.

Io ho conosciuto questa bella storia raccontata in un libro cercando nel web solo dopo aver scoperto le Gocce Gentili di Anna, del blog Tulimami.

Si tratta di lasciare un pezzetto di gentilezza creato con le proprie mani in un angolo a casaccio, in modo che venga ritrovato da qualcuno e quel qualcuno possa godere di un semplice atto di bellezza privo di senso.

gocce gentili lo dico lo faccio


La mia goccia gentileè questo piccolo fermacapelli con le sfere, fatto in uncinetto, che ho lasciato andare pensando che possa arrivare a qualche bambina. L'ho appoggiato su una cassetta della frutta in un cantiere vicino a casa mia dove ci sono molti papà che lavorano.



Su Pinterest o Facebook potrete trovare tante altre gocce con l’hashtag #goccegentili, ma se volete partecipare è anche meglio, perchè il senso di queste azioni è afferrare il messaggio e non solo le parole.

Se invece volete sapere di più sulla storia di Anna Hebert il libro è Brodo caldo per l’anima di Jack Canfield.





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